Leo Advisor

I Leo Club non possono operare da soli, ma solo in sincronia con un Club Lions che faccia loro da guida e che li formi per trasmettere ai Soci Leo la Leadership e dare loro le Opportunità di crescita.

Per fornire una guida efficace, i Lions club sponsor nominano un Lion come advisor del Leo club sponsorizzato, il quale guiderà i Leo nella gestione del club e nello sviluppo di progetti di service per la comunità, promuovendo inoltre lo sviluppo dei Leo e la cooperazione con i Lions creando un ambiente adatto allo scambio di idee e mettendo in comunicazione i Leo con i leader della comunità.

ADVISOR DI CLUB

LUCA ARMELLIN

TESTIMONIANZE DEGLI ADVISOR

Dal libretto commemorativo dei 40 anni di Service.

I MIEI LEO DEL LIONS CLUB BRESCIA HOST - LUCA ARMELLIN

Se dovessi riassumere in poche parole la mie esperienza da Leo Advisor potrei definirlo un “Piacevole impegno”

E’ certamente un impegno che richiede tempo, energia e dedizione, ma è nello stesso tempo un onere assolutamente piacevole.

Poter frequentare lor loro riunioni sentire i loro discorsi le loro aspirazioni ed i loro obbiettivi mi dà la chiara percezione che lasceremo il futuro di noi Lions in buone mani.

Essere Advisor è a volte un delicato equilibrio tra il dare ai nostri ragazzi l’indirizzo corretto e la necessaria libertà di lasciar far loro le scelte che ritengono più opportune, sempre e comunque.

Il mio impegno è sempre stato quello di essere percepito come una guida ed un supporto, soltanto un consigliere appunto, nulla di più.

Tra me ed i ragazzi c’è di mezzo una generazione, il mondo nel quale io ho avuto la mia giovinezza è profondamente diverso dal mondo di oggi anche se sono passati una ventina d’anni “soltanto”, i ragazzi hanno davanti un futuro nel quale tutto corre ad una velocità nemmeno immaginabile fino a pochi anni orsono; il futuro che li aspetta ha molte incertezze, ma essere parte del mondo Leo sono convinto dia loro delle possibilità in più nonché il privilegio di sviluppare caratteristiche ed individualità in un ambiente che raccoglie persone e valori di assoluta eccellenza.

Ogni annata del Leo Club è diversa dalle altre, esattamente come noi Lions, è tipicamente l’impronta del presidente, ma sono sempre stato piacevolmente impressionato nel constatare sempre l’impegno l’energia e la passione che i ragazzi mettono in quello che credono.

Mi definirei un Leo Advisor molto informale, ho sempre dato più importanza alla sostanza che alla forma, mi ricordo di telefonate a notte fonda e di cene o aperitivi al volo per prendere accordi sul da farsi, essere altrettanto se non più efficaci di riunioni intere.

La cosa che ho maggiormente a cuore per il mio ruolo di Leo Advisor che i ragazzi devono sapere che io ci sono, anche se sono letteralmente dall’latra parte del mondo, è certamente un impegno, ma ne vale assolutamente la pena!

I ragazzi e le ragazze del Club fono fantastici, con energia, entusiasmo e voglia di fare; non mi resta che augurare a questo Leo Club un futuro radioso perché se lo merita!

Luca Armellin

RICORDI DELL’ INCARICO DI LEO ADVISOR - CESARE CIBALDI

Quando nel luglio del 2012 mi fu affidato l’incarico di Presidente del Lions Club Brescia Host per l’annata 2012-2013, nel programma inserii la ripresa dei contatti col LEO Club Brescia Host, alquanto trascurati nelle precedenti annate. Così, assunsi l’incarico di LEO Advisor.

Subito telefonai alla Presidente LEO Club Brescia Host da poco eletta, Maria Giusy Boldini, e m’incontrai con lei, scoprendo lo straordinario mondo dei giovani, votati all’altruismo e capaci di realizzare service importanti, con gioia e divertimento.

Purtroppo, i soci del LEO Club Brescia Host erano solo cinque, con grave rischio d’estinzione del Club; perciò mi riproposi d’aiutarli ad aumentarne il numero e sostenerli nei service già pianificati.

Fui particolarmente grato al Presidente del LC Valtrompia, Giorgio Benevenia, che accettò di non far nascere un nuovo LEO Club, ma di rafforzare il LEO Club Brescia Host, da cui tutti i Lions Club della Zona 21 del Distretto 108 IB2 avrebbero potuto attingere nuove leve dai soci uscenti per il raggiungimento dei 30 anni.

Partecipai a molte loro riunioni, senza mai interferire o forzare le loro scelte, ma spronandoli a realizzare i loro sogni e a non temere di non poterli realizzare per mancanza di fondi, viste le loro innate capacità di raccoglierli con numerose attività e manifestazioni.

Qualche volta li ho invitati ad attenuare atteggiamenti eccessivi, tipici della gioventù, e ad affrontare le divergenze nell’interesse della squadra e non del singolo.

Il lavoro svolto incominciò a dare frutti l’annata seguente (2013-2014), quando lavorai con nuovo Presidente, Daniele Rotelli, essendomi stato rinnovato l’incarico di LEO Advisor.

I soci salirono a 8 e l’annata LEO si concluse con numerosi service anche a livello distrettuale e nazionale.

L’annata successiva (2014-2015), Presidente del LEO Club Alberto Montanaro, fu ancora molto positiva, con i soci LEO saliti a 11 e numerosi service realizzati anche in ambito nazionale.

Il mio compito di LEO Advisor fu assai modesto, quasi di semplice intermediazione col Lions Club Brescia Host, sebbene mi sia prestato ad ascoltare e confortare alcuni soci LEO amareggiati per dissidi, infine risolti in nome dell’amicizia.

Nell’annata 2015-2016 lasciai l’incarico di LEO Advisor, non senza rammarico per l’esaltante esperienza, perché troppo impegnato a livello distrettuale, come Coordinatore CEP e Delegato di Zona 21 per il Progetto Martina.

Collaborare con i LEO è stato esaltante, perché da loro si riceve una carica d’entusiasmo nel realizzare i service e non solo; entusiasmo che spesso si è molto attenuato nei Lions Club, vuoi per l’età avanzata dei soci o per gli eccessivi impegni di lavoro e/o famigliari, che fanno passare in second’ordine lo scopo di essere Lions, come eccellentemente riassunto nel nostro motto “WE SERVE”.

Cesare Cibaldi

IL LEO CLUB BRESCIA HOST E FLAMINIO - FLAMINIO VALSERIATI

Sono afflitto dalla “sindrome di Peter Pan”, ma faccio fatica ad ammetterlo.

A 75 anni mi sento giovane (nella mente ma anche nel fisico) come quando, quarant’anni fa, pensai, insieme ad altri soci ed amici del Lions Club Brescia Host, di dar vita al Leo Club, fucina dei migliori giovani, destinati, crescendo, ad occupare posti importanti in quella Società civile che crede a consolidati valori di impegno, dedizione, lealtà ed aiuto al prossimo.

Ma andiamo all’inizio della storia.

Non ricordo se mi autoproclamai Lions guida o se me lo chiesero i Lions del Brescia Host; sta di fatto che nel 1979 nacque il Leo Club Brescia Host.

Ora, spesso mi immergo nei ricordi, soprattutto quando ho a che fare con i Leo di oggi (quelli di allora hanno almeno una sessantina di anni…), il cui limpido slancio di vita mi commuove e mi vede memore di un’epoca che ho vissuto, con orgoglio, come un privilegio concessomi.

Partecipavo con gioia non solo a tutti i meeting del Leo Club - che man mano cresceva sino a giungere ad un certo punto ad oltre 40 Leo - ma anche ai Consigli Direttivi, alle riunioni informali ed a qualsiasi iniziativa che i giovani mi proponevano o che io stesso suggerivo loro.

Mi sentivo un ragazzino, anche se la distanza tra i 18/20 anni (e non di più) dei Leo di allora rispetto ai miei 35/40 anni era quella di una generazione. Non mi sentivo proprio l’anziano professore”, come mi avevano chiamato alcuni giovani (non i Leo!) ed allora, ecco il Leo Flaminio con i veri Leo.

Ogni riunione, fosse un meeting o qualsiasi altra occasione, “ci” vedeva tutti proporre iniziative e progettare il futuro, in un’epoca in cui questo era possibile. Una volta, tutti in pizzeria d’estate, trovammo parecchie mosche ronzare attorno a noi.

Un Leo, munito (non so come) di uno scacciamosche, si divertì a schiaffarlo (delicatamente) sulla testa (o sul lato B) di qualcuno, ed anche…su una pizza. Ci divertivamo, tra un argomento e l’altro, con innocua vivacità. Numerose erano le trasferte fuori da Brescia, in pizzerie o trattorie che ci accoglievano con occhio benevolo.

Una volta portai il Leo Club a Vallio, nei miei luoghi natii, all’osteria “Da Derio”, nella frazione Caschino. In precedenza, avevo raccomandato l’oste di invitare i suoi avventori, quando saremmo arrivati, ad una compostezza consona a quelli che l’oste stesso chiamava “i signorini di città”, con genuino rispetto.

Giungemmo sul posto (io caricavo più Leo possibili sulla mia auto) attesi e ben ricevuti dall’oste, che ci fece accomodare ad un tavolone (saremo stati in 25 o 30), ben allestito, nell’unica sala dell’osteria.

Ad altri tavoli sedevano gli avventori locali silenziosi e composti, evidentemente per “raccomandazioni” dell’oste. Ma quando giunse la polenta, (c’era lo spiedo) la giovanile esuberanza dei Leo portò uno di loro a prendere un pezzettino di polenta, lanciandolo agli altri.

La scintilla provocò una battaglia, che vide la tavolata Leo alle prese con i proiettili in arrivo. Alcuni proiettili giunsero sul tavolo dei clienti locali i quali, un po’ stupiti ma rispettosi, si preoccuparono solamente, quando giungeva loro un proiettile fuori traiettoria, di spostarsi in silenzio per non essere colpiti.

Io per vero ero preoccupato; e ad un certo punto giunse l’oste che, nello schietto bresciano locale a me noto, mi disse: “siòr aocàt Mimmo, per piasér, èl ghè dize ai signorini dè cità chè quanc che i tìra la polenta, almeno i la pùcie mià nel oìo, per mia sporcà i mür…”.

Imbarazzatissimo, rassicurai l’oste e pregai i “signorini de cità” di cessare la battaglia…

Quanti ricordi, nel corso di quindici anni della mia vita, nei quali l’esperienza con i giovani Leo fu per me un grande insegnamento ed una gioia. Al di là delle riunioni allegre, sempre nell’ambito di un’innocua goliardia (potrei citare molti episodi), i Leo, coi miei consigli, seppero dare alla Società il loro contributo di partecipazione, aiuto e soccorso ai deboli, preparandosi a diventare adulti e, in spirito decisamente lionistico, a dare il meglio di sé alla Comunità.

Trascorsi così quindici anni della mia vita, ogni volta aspettando il momento di trovarmi con i “miei” Leo, vivendo da scapolo qual ero (dopo la fine del mio primo matrimonio) in questo contesto. Poi… conobbi la mia deliziosa Fulvia, una ragazza buona, intelligente e bella che mi ammaliò, tanto che…la sposai.

Divenne allora difficile guidare i Leo, poiché tentavo di maturare, conciliando la vita coniugale, con quella professionale vieppiù impegnativa, e con la mia passione per la musica, le automobili ed i viaggi. Dopo sofferta riflessione, comunicai ai Leo che li avrei lasciati al loro futuro, che si stavano consapevolmente costruendo.

Feci “l’ultima cena” in un ristorante con loro, e quando comunicai ufficialmente l’addio, non posso negare che mi commossi e piansi. Mi diedero una targa di riconoscimento, che fu il più bel ringraziamento della loro sincera amicizia.

Cari Amici Leo, fucina di palpiti in un’era oggi molto diversa e difficile da vivere, siate i protagonisti della vita e contribuite con il vostro disinteressato impegno ed entusiasmo (componenti essenziali della vita ad ogni età) al miglioramento della Società.

Un abbraccio!

Flaminio (anzi Mimmo) Valseriati